🔴L'ITALIA È SOTT'ACQUA, DI NUOVO
Pesanti inondazioni si stanno verificando in questi giorni in provincia di Gorizia, in Liguria, Toscana, Campania e Sicilia, ma un po' in tutto il paese: in pochi giorni, infatti, sono cadute le piogge che di solito cadono in mesi e il risultato consta, per ora, di due vittime (dovute ad una frana), diverse persone intrappolate in auto salvate dai vigili del fuoco e centinaia e centinaia di persone sfollate. L'acqua e il fango dei fiumi si portano via interi paesi ancora una volta.
Ad aggiungersi agli effetti della crisi climatica, ci sono la cementificazione selvaggia e l'inerzia delle amministrazioni nella protezione dei territori.
Mentre alla COP30 si sta discutendo del futuro del mondo e venerdì scorso siamo scesɜ in migliaia e migliaia nelle piazze, i disastri continuano ad accadere e a ripeterci che il tempo per agire è soltanto ora.
Questo non è maltempo, si chiama crisi climatica.
#fridaysforfuture #fridaysforfutureitalia
Pesanti inondazioni si stanno verificando in questi giorni in provincia di Gorizia, in Liguria, Toscana, Campania e Sicilia, ma un po' in tutto il paese: in pochi giorni, infatti, sono cadute le piogge che di solito cadono in mesi e il risultato consta, per ora, di due vittime (dovute ad una frana), diverse persone intrappolate in auto salvate dai vigili del fuoco e centinaia e centinaia di persone sfollate. L'acqua e il fango dei fiumi si portano via interi paesi ancora una volta.
Ad aggiungersi agli effetti della crisi climatica, ci sono la cementificazione selvaggia e l'inerzia delle amministrazioni nella protezione dei territori.
Mentre alla COP30 si sta discutendo del futuro del mondo e venerdì scorso siamo scesɜ in migliaia e migliaia nelle piazze, i disastri continuano ad accadere e a ripeterci che il tempo per agire è soltanto ora.
Questo non è maltempo, si chiama crisi climatica.
#fridaysforfuture #fridaysforfutureitalia
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🚨 Le posizioni che l'Italia sta portando avanti alla COP30 rischiano di mandare in fumo il lavoro di quasi 200 paesi.
L'Italia si sta distinguendo a Belém per i suoi tentativi di mettere i bastoni tra le ruote a qualsiasi roadmap che definisca un piano chiaro per abbandonare i combustibili fossili.
Dopo essere stato l'unico paese nell'Unione Europea, insieme alla Polonia, ad opporsi all'inserimento della roadmap nel Mutirão, sta ora bloccando l'adesione dell'UE alla conferenza globale per il phase out dai fossili promossa dal governo colombiano.
📣 Facciamo pressione e diffondiamo la notizia!!
Le organizzazioni giovanili presenti a COP30 si sono unite per chiedere che l'Italia:
• Sostenga la posizione europea di ferma condanna dell’assenza di una roadmap per il phase-out dei combustibili fossili nella bozza del Mutirão;
• Sostenga l’implementazione immediata del Meccanismo d’Azione di Belém (BAM), garantendo una partecipazione chiara e strutturata di tutte le parti interessate, incluse quelle non firmatarie;
• Supporti il processo guidato dalla Colombia verso la prima conferenza globale sul phase-out (aprile 2026), con tappe intermedie, moratoria sulle nuove espansioni fossili e strumenti di governance della produzione;
• Appoggi la proposta di triplicare i fondi per l’adattamento, rispetto la duplicazione prevista a Glasgow, ad almeno 120 miliardi di dollari l’anno entro il 2030, con risorse nuove, addizionali e altamente concessionari, aumentando al contempo i fondi su mitigazione e loss and damage;
• Si impegni in una roadmap italiana credibile verso la mobilitazione globale di 1300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035, con chiari target intermedi;
• Allinei NDC e politiche nazionali al limite di 1,5°C, con piani concreti al 2030, in coerenza con la recente pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia.
📣 Agisci anche tu, diffondi questo post, scendi in piazza!
L'Italia si sta distinguendo a Belém per i suoi tentativi di mettere i bastoni tra le ruote a qualsiasi roadmap che definisca un piano chiaro per abbandonare i combustibili fossili.
Dopo essere stato l'unico paese nell'Unione Europea, insieme alla Polonia, ad opporsi all'inserimento della roadmap nel Mutirão, sta ora bloccando l'adesione dell'UE alla conferenza globale per il phase out dai fossili promossa dal governo colombiano.
📣 Facciamo pressione e diffondiamo la notizia!!
Le organizzazioni giovanili presenti a COP30 si sono unite per chiedere che l'Italia:
• Sostenga la posizione europea di ferma condanna dell’assenza di una roadmap per il phase-out dei combustibili fossili nella bozza del Mutirão;
• Sostenga l’implementazione immediata del Meccanismo d’Azione di Belém (BAM), garantendo una partecipazione chiara e strutturata di tutte le parti interessate, incluse quelle non firmatarie;
• Supporti il processo guidato dalla Colombia verso la prima conferenza globale sul phase-out (aprile 2026), con tappe intermedie, moratoria sulle nuove espansioni fossili e strumenti di governance della produzione;
• Appoggi la proposta di triplicare i fondi per l’adattamento, rispetto la duplicazione prevista a Glasgow, ad almeno 120 miliardi di dollari l’anno entro il 2030, con risorse nuove, addizionali e altamente concessionari, aumentando al contempo i fondi su mitigazione e loss and damage;
• Si impegni in una roadmap italiana credibile verso la mobilitazione globale di 1300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035, con chiari target intermedi;
• Allinei NDC e politiche nazionali al limite di 1,5°C, con piani concreti al 2030, in coerenza con la recente pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia.
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🔥Abbiamo parlato con Pichetto Fratin
Di fronte alle nostre richieste, abbiamo ricevuto risposte alquanto imbarazzanti dal ministro, che continua a glorificare i piani coloniali di Eni in Africa e sminuire l'importanza dei risarcimenti (dovuti) ai paesi meno responsabili ma più colpiti dalla crisi climatica.
Di fronte alle nostre richieste, abbiamo ricevuto risposte alquanto imbarazzanti dal ministro, che continua a glorificare i piani coloniali di Eni in Africa e sminuire l'importanza dei risarcimenti (dovuti) ai paesi meno responsabili ma più colpiti dalla crisi climatica.
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☀️ Secondo incontro di confronto nazionale fra le Comunità Energetiche Rinnovabili e Solidali in Italia (CERS) - 30 Novembre 2025 a via dei Monti di Pietralata 16 (Roma)
Dopo la discussione cominciata il 19/10 al presidio ex GKN ci incontreremo di nuovo per prendere delle posizioni e rivendicazioni comuni che ci aiutino ad individuare le azioni necessarie a superare tutti gli ostacoli oggi presenti alla costituzione di CERS.
Per non perdere questa possibilità generativa e applicabile sui territori dobbiamo essere in tant3.
Segnati qui al form: https://cryptpad.fr/form/#/2/form/view/PNx8My5BoT4Fw2eQ1AaAsWMMiDnHP6a6ykenFauSf5I/
Dopo la discussione cominciata il 19/10 al presidio ex GKN ci incontreremo di nuovo per prendere delle posizioni e rivendicazioni comuni che ci aiutino ad individuare le azioni necessarie a superare tutti gli ostacoli oggi presenti alla costituzione di CERS.
Per non perdere questa possibilità generativa e applicabile sui territori dobbiamo essere in tant3.
Segnati qui al form: https://cryptpad.fr/form/#/2/form/view/PNx8My5BoT4Fw2eQ1AaAsWMMiDnHP6a6ykenFauSf5I/
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Media is too big
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❤️🔥LA VOCE DEI POPOLI
Questa è la People's Plenary, l'assemblea delle persone comuni, dei movimenti e delle associazioni dei popoli indigeni, che alla COP30 hanno urlato forte i drammi che vivono e, soprattutto, la loro voglia di giustizia.
Basta ascoltare pochi secondi per capire quanto siano radicali e diverse le idee dei popoli colonizzati e della società civile rispetto a quelle dei governi e delle grandi aziende occidentali.
Contro i modelli odierni di imperialismo, colonialismo fossile e sfruttamento di popolazioni e natura, che vengono sempre e comunque riproposti anche alle conferenze che dovrebbero salvare il pianeta e chi ci vive.
Serve subito un nuovo modello di COP, democratico e partecipato dal basso, perchè abbiamo capito che, ormai, questo non porta a nessun risultato, da 30 anni.
Questa è la People's Plenary, l'assemblea delle persone comuni, dei movimenti e delle associazioni dei popoli indigeni, che alla COP30 hanno urlato forte i drammi che vivono e, soprattutto, la loro voglia di giustizia.
Basta ascoltare pochi secondi per capire quanto siano radicali e diverse le idee dei popoli colonizzati e della società civile rispetto a quelle dei governi e delle grandi aziende occidentali.
Contro i modelli odierni di imperialismo, colonialismo fossile e sfruttamento di popolazioni e natura, che vengono sempre e comunque riproposti anche alle conferenze che dovrebbero salvare il pianeta e chi ci vive.
Serve subito un nuovo modello di COP, democratico e partecipato dal basso, perchè abbiamo capito che, ormai, questo non porta a nessun risultato, da 30 anni.
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