Fridays For Future • Italia
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🏃‍♀️L'Ue sta facendo le corse per portare a termine la scrittura del suo NDC con i propri piani sulle emissioni, ma i suoi impegni non sono comunque sufficienti, ed è il governo Meloni una delle cause, con gli interessi dei lobbisti fossili che ha alle spalle.

🇪🇺I piani dell'Unione prevedono crediti di carbonio e altre scorciatoie per allungare i tempi della transizione, ma, così facendo, perde una grande occasione per fare la sua parte negli impegni globali.

🔥Serve fare pressione e scendere in piazza per ottenere davvero obiettivi climatici ambiziosi.
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Oggi i padiglioni della #COP30 hanno preso fuoco per via di un cortocircuito, per fortuna non ci sono feriti, i negoziati sono per ora sospesi.

Le discussioni subiranno dei ritardi, memiamoci su.

Chissà se si riuscirà ad accelerare e recuperare nell'ultimo giorno, o al massimo chiudere gli accordi nel weekend.
Chissà se invece i paesi useranno il fatto come scusa per posticipare ancora e ancora le decisioni, fino alla prossima COP.

Noi intanto restiamo in attesa di aggiornamenti.
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🔴L'ITALIA È SOTT'ACQUA, DI NUOVO

Pesanti inondazioni si stanno verificando in questi giorni in provincia di Gorizia, in Liguria, Toscana, Campania e Sicilia, ma un po' in tutto il paese: in pochi giorni, infatti, sono cadute le piogge che di solito cadono in mesi e il risultato consta, per ora, di due vittime (dovute ad una frana), diverse persone intrappolate in auto salvate dai vigili del fuoco e centinaia e centinaia di persone sfollate. L'acqua e il fango dei fiumi si portano via interi paesi ancora una volta.

Ad aggiungersi agli effetti della crisi climatica, ci sono la cementificazione selvaggia e l'inerzia delle amministrazioni nella protezione dei territori.

Mentre alla COP30 si sta discutendo del futuro del mondo e venerdì scorso siamo scesɜ in migliaia e migliaia nelle piazze, i disastri continuano ad accadere e a ripeterci che il tempo per agire è soltanto ora.

Questo non è maltempo, si chiama crisi climatica.

#fridaysforfuture #fridaysforfutureitalia
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🚨 Le posizioni che l'Italia sta portando avanti alla COP30 rischiano di mandare in fumo il lavoro di quasi 200 paesi.

L'Italia si sta distinguendo a Belém per i suoi tentativi di mettere i bastoni tra le ruote a qualsiasi roadmap che definisca un piano chiaro per abbandonare i combustibili fossili.

Dopo essere stato l'unico paese nell'Unione Europea, insieme alla Polonia, ad opporsi all'inserimento della roadmap nel Mutirão, sta ora bloccando l'adesione dell'UE alla conferenza globale per il phase out dai fossili promossa dal governo colombiano.

📣 Facciamo pressione e diffondiamo la notizia!!



Le organizzazioni giovanili presenti a COP30 si sono unite per chiedere che l'Italia:

• Sostenga la posizione europea di ferma condanna dell’assenza di una roadmap per il phase-out dei combustibili fossili nella bozza del Mutirão;

Sostenga l’implementazione immediata del Meccanismo d’Azione di Belém (BAM), garantendo una partecipazione chiara e strutturata di tutte le parti interessate, incluse quelle non firmatarie;

• Supporti il processo guidato dalla Colombia verso la prima conferenza globale sul phase-out (aprile 2026), con tappe intermedie, moratoria sulle nuove espansioni fossili e strumenti di governance della produzione;

• Appoggi la proposta di triplicare i fondi per l’adattamento, rispetto la duplicazione prevista a Glasgow, ad almeno 120 miliardi di dollari l’anno entro il 2030, con risorse nuove, addizionali e altamente concessionari, aumentando al contempo i fondi su mitigazione e loss and damage;

• Si impegni in una roadmap italiana credibile verso la mobilitazione globale di 1300 miliardi di dollari l’anno entro il 2035, con chiari target intermedi;

Allinei NDC e politiche nazionali al limite di 1,5°C, con piani concreti al 2030, in coerenza con la recente pronuncia della Corte Internazionale di Giustizia.


📣 Agisci anche tu, diffondi questo post, scendi in piazza!
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🔥Abbiamo parlato con Pichetto Fratin

Di fronte alle nostre richieste, abbiamo ricevuto risposte alquanto imbarazzanti dal ministro, che continua a glorificare i piani coloniali di Eni in Africa e sminuire l'importanza dei risarcimenti (dovuti) ai paesi meno responsabili ma più colpiti dalla crisi climatica.
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